Advertising management

Rivoluzione pro privacy e
l’abolizione delle advertising con cookies di terze parti

Google ha dichiarato di voler eliminare alcuni elementi tipici della pubblicità online. Nel mirino sono finiti i cookies e i dati rilasciati durante la navigazione. In questo articolo analizzeremo le motivazioni che sostengono questa iniziativa, le misure adottate e l’impatto che avrà sul tracciamento. Le agenzie di comunicazione temono di perdere una fonte preziosa per la pianificazione pubblicitaria, mentre gli utenti rivendicano la propria libertà. Il dibattito entra nel vivo e anche l’Unione Europea spinge per trovare una rapida soluzione al problema.

Cosa sono e a cosa servono i cookies di terze parti?

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Sono dei file di testo dalle dimensioni ridotte. Memorizzano le informazioni rilasciate dall’utente durante la navigazione in un determinato sito. Questi dati vengono inviati generalmente ad un browser che li elabora prima di rimandarli indietro. A differenza dei classici cookies questa categoria viene impostata da un sito esterno che gestisce diversi elementi multimediali su altrettanti server. Forniscono dei dati che vengono riutilizzati per creare dei profili e ottimizzare la navigazione. Il consenso è gestito per l’appunto da terze parti, ma è il sito intermediario che deve condividere l’informativa con gli utenti. 

Perchè Google vuole abolire i cookies di terze parti?

L’obiettivo principale è la tutela della privacy personale. Google ha intenzione di rinnovare le norme che regolano la pubblicità su Chrome per creare una piattaforma più trasparente. Il primo intervento annunciato per il 2022 prevede l’eliminazione graduale dei cookies di terze parti. Il settore del digital advertising deve rinunciare alla profilazione che da anni rappresenta l’arma vincente delle strategie pubblicitarie. La possibilità di condividere le tracce dei consumatori rappresenta un vantaggio fondamentale in un contesto altamente competitivo come quello di internet. I soggetti coinvolti temono il blocco totale del tracciamento e le conseguenti ricadute economiche che potrebbe provocare. Pertanto le imprese e le agenzie di comunicazione hanno chiesto a Google di ritardare l’eliminazione dei cookies di terze parti fino all’individuazione di un’alternativa valida.

Cosa prevede la nuova politica di Google in materia di privacy?

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Tutto è iniziato nel settembre del 2020 con la presentazione del Google Consent Mode che impediva l’utilizzo dei dati identificativi. Nel 2022 è previsto invece il lancio della Privacy Sandbox che garantisce:

  • La circolazione dell’annuncio senza il supporto delle informazioni identificative
  • Lo stop al tracciamento delle conversioni
  • Il contrasto alle frodi informatiche

I cokies di terze parti verranno sostituiti invece dai trust token API. Questi file non sono personalizzabili e non hanno nessuna firma crittografata. Assicurano una tutela maggiore della privacy e offrono agli inserzionista una valida alternativa per la pianificazione pubblicitaria. In pratica consentono al sito di ricevere solo una parte delle informazioni di un utente. L’obiettivo è creare dei gruppi aggregati per non privare completamente gli inserzionisti dei target di riferimento.

Come bloccare i cookies di terze parti?

In attesa della tanto agognata svolta del 2022 Google ha messo a disposizione degli strumenti per limitare il tracciamento. Esistono infatti diverse impostazioni che una volta attivate possono bloccare i cookies di terze parti. Il primo passaggio è la modifica delle opzioni di privacy e sicurezza. Chi possiede un account su Google deve accedere alle impostazioni del proprio profilo per disattivare il tracciamento delle informazioni. Basta premere su “Disattiva personalizzazione annunci” per impedire l’invio dei dati alle terze parti.

Quale futuro ci attende?

Il consenso è finito al centro del dibattito istituzionale in tutto il mondo. Molti paesi hanno iniziato a formulare dei provvedimenti per regolamentare il fenomeno. Il problema principale riguarda le finalità dei cookies di terze parti che non rispecchiano quelle garantite dalle leggi vigenti. Attualmente il consenso è il nucleo della più importante legge al mondo sulla tutela della privacy. L’Unione Europea sta lavorando infatti al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati per garantire ai suoi cittadini un maggiore controllo durante la navigazione online.

Molti esperti temono che la scomparsa dei cookies di terze parti non sia sufficiente. Esistono infatti anche altre tecnologie che vengono impiegate ogni giorno per tracciare le persone sul web. È lecito attendersi una proliferazione di nuovi strumenti ideati per aggirare le norme relative al consenso e alla privacy. Il tentativo di Google rappresenta comunque uno spiraglio per tutti coloro che invocano delle misure restrittive per la tutela delle proprie informazioni private e personali.

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